mercoledì 30 giugno 2010

Il caldo.

Il caldo è vita. Il caldo è benessere. Il caldo è sentire la sensazione della propria pelle "respirare", nutrirsi dei raggi del sole. E' capire un pò cosa provano le piante. Il caldo è impiegare metà del tempo normalmente impiegato a vestirsi. Il caldo è ricevere una sensazione generale di benessere. Spesso immotivata.

Il caldo è apatia, che è parente antipatica della pigrizia. Il caldo è stordimento come dopo aver visto a ripetizione la Corazzata Potemkin per 48h di fila. Il caldo è sentire la classica goccia di sudore farsi strada tra la propria fronte aggrottata per quel "qualcosa di strano" percepito sopra le sopracciglia. Il caldo è essere incapaci di far qualcosa di troppo sensato tra le 15 e le 18, a meno di aria climatizzata. Il caldo è cercare l'angolino freddo del proprio letto, durante una notte di risvegli dovuti al troppo caldo.

giovedì 24 giugno 2010

Dobrý deň , Taliansko.

"Finisce l'era Lippi". Così i telecronisti della RAI hanno sentenziato alla fine dell'ultima partita disputata dalla nazionale italiana. E probabilmente non c'è un termine più appropriato.

Brevi note sulla partita: visto l'obiettivo passato da "arrivare più in avanti possibile" a "arrivare ad uscire con dignità contro l'Olanda agli ottavi", le aspettative erano basse. Tuttavia, si è rivelata molto furba - per gli Slovacchi - la tattica di scendere in campo solo nel 2° tempo, visti gli evidenti limiti atletici mostrati dalla nazionale nelle scorse partite, tali da far sembrare che al posto del Paraguay ci fosse l'Argentina.

Incomprensibile (e dettata da chissà quali ragionamenti) la scelta di tenere in panchina e far entrare solo in un secondo, tardivo, momento il blocco partenopeo Maggio-Quagliarella, tra i più in forma dei 23 convocati, che hanno fatto poi molto in campo, soprattutto quest'ultimo, gol a parte.

Il fatto più grave, poi, è che è lapalissiano come l'Italia non abbia una-idea-una di gioco che non sia "palla a Pirlo e speriamo". Vd. le dieci piccole differenze tra il primo e il secondo tempo, quando rispettivamente non c'era o c'era.

Su Cannavaro ho già detto tutto. Per chi cercasse altri insulti, si guardi il 1° o il 3° gol della Slovacchia. E no, quello che corre a millemila l'ora non è Messi, Cristiano Ronaldo o lo stesso Hamsik. E' Kopunek, un Carneade qualunque. Ma sufficiente per la (scarsa) difesa italiana.

A questo punto starà a Prandelli, uno che con giocatori giovani ha sempre fatto benissimo, formare un nuovo gruppo. Possibilmente con l'aiuto delle squadre della Serie A (vero, Inter?)

martedì 22 giugno 2010

Lega, il calciomercato.

"Tanto la partita contro la Slovacchia la compreranno, vedrete che nel prossimo campionato ci saranno due o tre calciatori slovacchi nelle squadre italiane...". Umberto Bossi. 

Mi chiedo cosa cerchi di nascondere la Lega con la sequela di dichiarazioni non-sense rilasciate durante la campagna d'Africa della nazionale (ricordiamo la precedente querelle del sempre vispo Calderoli, naturalmente con orsacchiotto Polentino al seguito).

O l'Italia è in una profondissima crisi economica, che ormai neppure Minzolini riesce a nascondere.

O i leghisti "duri e puri" (cioè quelli che ritengono Renzo Bossi un intellettuale) iniziano a capire che il federalismo dovrà essere rimandato un'altra volta a data da destinarsi, tant'è vero che si è delirato nuovamente di "secessione". Ma probabilmente lì c'entra l'acqua del Po.

Oppure più semplicemente è questa la tattica di Bossi, imparata dal premier, per appianare gli ultimi smarcamenti operati da Fini (sicuramente migliori di quelli mostrati dagli attaccanti italiani finora, va detto): rubargli la scena.


PS. Certo comunque che se la Lega ci tiene tanto a separarsi dall'Italia, potrebbe iniziare a rifiutare i rimborsi elettorali, o quantomeno il ricco stipendio da parlamentare proveniente da "Roma ladrona". Per dare un segnale, eh.

domenica 20 giugno 2010

I kiwi? Indigesti.

Dopo la mirabolante prestazione contro il Paraguay, che avendo battuto la Slovacchia per la stampa italiana è diventato di diritto "forte" (giustificando così la magra figura della scorsa partita), l'Italia ha da poco disputato una partita contro la Nuova Zelanda.

Anzitutto, non si sa bene partita di cosa: gli italiani abbozzavano qualcosa di calcio, nello specifico il famoso modulo "palla lunga e spera", altresì noto come "pane e salame", che tanto bene ha portato alla carriera di Mondonico; i neozelandesi invece erano più convinti di giocare a rugby: uso continuo di gomiti e contrasti non proprio calcistici (il saggio Andrea ha riscontrato anche alcune mosse di Wing Tsun), nonché tattiche ispirate proprio a quello sport.

L'Italia dicevo, ha abbozzato qualcosa di calcistico. Non si sa bene cosa, in quanto il pareggio è giunto solo su un (sacrosanto) calcio di rigore, e il resto della partita è stato solo possesso palla, tiri da lontano, e gol mancati talvolta per (incredibile) bravura del portiere neozelandese. Diciamo che le speranze di uscire quantomeno con dignità (diciamo almeno dai quarti in poi hanno subito un ridimensionamento: ora andrà bene se l'Italia uscirà agli ottavi contro l'Olanda.


Sia chiaro, Lippi non è di colpo diventato un incapace, altrimenti avremmo ciccato anche quattro anni fa, ma certo alcune sue scelte fanno discutere:

  • Cannavaro F. (indovinate di chi è la colpa del gol dei kiwi?) è sempre più palesemente ritirato (leggi: "Pronto per gli Emirati Arabi") a sua insaputa, segno distintivo che non c'è solo Scajola cui sfuggono cose piuttosto importanti ed elementari cui prestare attenzione (vien quasi da rimpiangere il fratello Cannavaro P., che non è che sia una cima qualitativamente);
  • Marchisio si vede che non può essere il nuovo Pirlo, ma può attribuirsi al più una leggera variante della suddetta definizione;
  • a parte Camoranesi, che è sempre impegnato nel suo sport di far cacciare all'arbitro un cartellino nei suoi confronti il più rapidamente possibile, non abbiamo i cosiddetti "giocolieri", cioè coloro i quali saltano l'uomo e si involano sulla fascia (a parte forse Pepe);
  • in attacco Gilardino è praticamente in bermuda (cit.), Iaquinta chiaramente non è un uomo d'area da 15-20 gol, Di Natale corre e si indiavola ma non concretizza.

Spero naturalmente che l'Italia (ci) sorprenda, e faccia sempre partite incredibili a cominciare dalla prossima contro la Slovacchia. Ma i fatti finora sono questi. E dicono tutt'altro.

martedì 15 giugno 2010

Italia-Paraguay? Semmai Italia-Passaguay...

In un tripudio di onnipresenti vuvuzela (che iniziano a rompere altro a parte i timpani), ieri c'è stato il debutto della nazionale italiana. Ed ecco le frasi più ripetute durante la partita:

  • "Sopprimete Cannavaro!" - frase urlata in particolare quando il capitano ha dato ulteriore dimostrazione di esser pronto per gli Emirati Arabi tentando invano di fare un colpo di tacco "alla Ibrahimovic". E non è che l'Italia stesse vincendo 3-0.
  • "Montolivo è brav, ma n'adda tirà!" - praticamente ripetuta dopo ogni tentativo balistico del suddetto Montolivo. Ci si consolava poi pensando alla sua deliziosa consorte.
  • "L'Italia nun pò jucà cu na sola punta annanz!" - esclamata dopo le varie volte che era stato inquadrato Gilardino contare i fili d'erba in attesa di un pallone giocabile
  • "De Rossi è in berserk!" - bastava guardarlo. O meglio, bastava notare come togliesse i palloni dai piedi degli avversari solo con lo sguardo.
  • "Date una katana a Camoranesi" (proposta dal buon Francesco collegato via internet) - scaturita dalla nota legge matematica: "Ad ogni prima ammonizione che Camoranesi si becca, per il restante tempo della partita il suddetto Camoranesi cercherà in tutti i modi di farsi espellere"

domenica 13 giugno 2010

Va' Mameli...

Zaia sostituisce l'inno di Mameli col "Va pensiero" all'inaugurazione di una scuola a Treviso.

Probabilmente l'avranno imparata a memoria a scuola, e piuttosto che imparare l'inno di Mameli, che è paradossalmente più facile contenendo più ripetizioni delle stesse parole...tra l'altro, se riesce di impararlo, seppur a stento, ai calciatori (quando non ne travisano le parole pensando di essere spiritosi)...

Se telecomando...

Dall'articolo del Corriere:

«C'è una comunicazione che considero del tutto impossibile nei pollai allestiti in alcune trasmissioni dove si fa solo diffamazione e disinformazione a vantaggio di una stessa parte politica che è la sinistra» ha detto il premier, rispondendo a chi gli chiedeva perché non pensasse a tornare in tv.

Su questo ha ragione. Gli ospiti del suo partito dovrebbero essere più educati, quando vanno in onda. Ma poi finirebbero per far capire ciò che dice il loro interlocutore.


«La sinistra continua a ripetere come un mantra che il presidente del Consiglio controlla tutte le televisioni», ma in Rai «tutti i talk show tranne uno sono contro il premier e il governo» ha aggiunto Berlusconi, citando «validissimi professionisti come Michele Santoro, Giovanni Floris o Gad Lerner, che però - è l'affondo del presidente del Consiglio - con i loro talk show finiscono sempre con il fare un tipo di informazione di tipo esclusivamente ideologico». Quanto a Mediaset, il capo del governo ritiene che, a parte Emilio Fede «l'ultimo dei Mohicani che fa il tifo per me», tutte le altre trasmissioni sono assolutamente «super partes».

Non ricordavo che sul contratto di servizio della Rai fosse scritto che deve obbligatoriamente essere filo-governativa. E poi mi chiedo chi sia quell'unico strenuo sostenitore del premier: Minzolini o Vespa? Ma visto che parla di talk-show sono quasi certo si rivolga al primo.

(Certo, le trasmissioni delle reti di cui è presidente sono super-partes. E' come dire che gli esponenti della maggioranza sono liberi di criticare il proprio governo. Vedi alla voce "Fini". Vedi anche alla voce "Italo Bocchino")

Ma ripensandoci, ha ragione: sono super-partes. Nel senso che non si occupano proprio di informazione. Vedi alla voce "Studio Aperto". L'affermazione su Fede è commovente, lo ammetto. Ma mai quanto la sua risposta:


«È in un certo senso un'affermazione che mi mette malinconia - ha replciato il diretto del Tg4 - in quanto essere l'unico non mi piace, perché è una vita che faccio il giornalista. Sarebbe più bello che in Italia si tornasse fare un tipo di informazione diversa, meno faziosa. Vorrei che i professionisti tornassero a fare quello che se vogliono sanno fare meglio e non limitarsi a dare giudizi o emettere sentenze solo ed esclusivamente a danno del premier e del suo governo» ha spiegato Fede.

Ahhh, l'amour. E ha ragione, sarebbe bello se anche i professionisti del giornalismo potessero fare il proprio lavoro. Come Fede fa il suo.

sabato 12 giugno 2010

Lotta dura, con molta paura.

Bersani dichiara che alla Camera il PD combatterà strenuamente contro il ddl "bavaglio" sulle intercettazioni.

Se combatteranno come al Senato, sarebbe più opportuno parlare di ritirata, più o meno strategica che sia.

Update Dichiarazione di Bersani delle 17.50: "La Costituzione non è emendabile a capocchia". Ecco l'opposizione dura cui faceva riferimento.

giovedì 10 giugno 2010

Di getto - parte 5

Mi alzai da terra, dove mi ero accasciato. Quella oasi improvvisata d'ombra si era rivelata provvidenziale, salvandomi da...non so tuttora definirlo. Delirio, sparizione, annichilimento. Sorrisi tra me e me pensando che l' "oscurità" mi aveva "salvato".

Mi detti una sistemata, e sentii qualcosa nel taschino: era un foglio di carta. La grafia era familiare, probabile fosse la mia. Su di esso era appuntato solo un indirizzo, probabilmente era dove stavo andando col mio peregrinare. Lessi mentalmente a voce alta: "Via Sebastiano 15, 8° piano". Alzai lo sguardo come per cercare di orientarmi. Fu un gesto istintivo. Scopriì che non ero molto distante. "Curioso, visto che finora ho camminato senza una meta precisa", pensai.

Arrivato al portone, mi guardai intorno cercando di riconoscere la zona. Niente mi sembrava particolarmente familiare: i muri dei palazzi attorno rovinati dal tempo e dalla non curanza, imbrattati da graffiti sovrapposti che formavano a loro volta un ulteriore graffito; qualche saracinesca abbassata e dall'aria particolarmente vissuta. Sentii un 'clack' metallico: una persona stava uscendo proprio dal "mio" palazzo. Istintivamente approfittai subito dell'occasione per entrare. Non so se mi avesse notato, ma in fondo non me ne importava poi realmente.

Davanti a me c'era una distesa di scale, bianche, marmoree, e un piccolo ascensore scuro, con su il cartello "Guasto". Non persi tempo a lamentarmi, e mi incamminai lungo le scale, senza pensare al fatto che fossero ben 8 piani da fare. Durante la salita non potevo fare a meno di ripensare a tutto ciò che mi era successo dal momento in cui mi ero svegliato: quella sensazione di straniamento che mi aveva accompagnato, le successive azioni di routine svolte quasi meccanicamente, la traversata della "luce". E quella sensazione interiore, che sembravo aver ritrovato, di "sapere cosa fare", con una convinzione interiore. Quello che era stata la mia debolezza fino a poco fa e che, probabilmente, poteva costarmi cara, ora mi aveva reso per quanto possibile più lucido, più cosciente. Chiedersi in quale realtà fossi, tentare di dare un senso a ciò che mi circondava, erano tutte cose superflue. Nella mia condizione ero ben al di là di quei concetti. Luce, ombra, dubbio, certezza, tutto superato, tutto sullo sfondo, sfocato. Con ogni gradino sembrava acquisissi maggiore consapevolezza, come se cambiassi pelle.

Arrivai all'8° piano. Bussai. Vidi la luce dallo spioncino, c'era effettivamente qualcuno. Mi aprii lentamente la porta, dalla quale una flebile voce disse "Era ora. Entra pure.". Feci come mi disse. Poi mi voltai e aspettai che avesse richiuso la porta. Fu in quel momento che accadde.

sabato 5 giugno 2010

E' tempo di Mondiali...

Ogni 4 anni (o 2 considerando anche gli Europei) puntualmente la nazionale italiana di calcio arriva alla suddetta competizione internazionale contando vari morti e feriti. 4 anni fa nessuno immaginava il successo della compagine azzurra all'inizio della manifestazione, viste le varie polemiche interne ed esterne alla nazionale (vd. Calciopoli che infuriava in pieno). 2 anni fa non lo immaginavo a cominciare dalla scelta dell'allenatore (Donadoni, più esperto di golf che di calcio a mio giudizio), e i risultati si sono poi visti.
E' stato pertanto richiamato a gran voce Lippi quale "salvatore della patria": peccato che la patria in questione sia invecchiata di 4 anni e nessuno sembra essersene accorto, a parte i giornalisti che a mò di bollettino medico ogni giorno parlano di acciacchi di questo o quel giocatore dell'Italia (ultimo in ordine di tempo Pirlo).
La costante è sempre la stessa: facciamo ridere i polli. Un campionato dove la squadra vincitrice da svariati anni è costituita per 10/11 (dipende se gioca o meno Materazzi) da giocatori stranieri si merita una nazionale fatta di cariatidi e di giovani interessanti ma con ancora poca esperienza, capace persino di far sembrare i giocatori messicani il Brasile. E considerato che il girone è formato da formazioni quali Nuova Zelanda o Slovacchia, se tanto mi da tanto ne vedremo delle "belle" fin dall'inizio.