mercoledì 18 marzo 2009

E' un duro e ingrato lavoro, ma...

Dopo la lettura di un articolo come questo, la domanda (alla Lubrano) viene spontanea: "Ma chi gliel'ha chiesto di tornare a fare questo lavoro, invece di godersi la pensione?".

Poi però ci rifletti meglio: è un imprenditore. E' un uomo che sicuramente sa lavorare, lo ha fatto per tanti anni, per sé e per la sua azienda. Soprattutto per sé, ma questo è un altro discorso.

Non è che, sotto sotto, lui è una di quelle persone che non saprebbero far nulla senza un lavoro? E che restano ancorate al posto di lavoro, qualunque esso sia, pur di non ritrovarsi in ciabatte e vestaglione di flanella, a leggere la Gazzetta in poltrona tutto il giorno? O ad andare in giro per le stesse strade ogni giorno, a commentare, quando va di lusso, i lavori stradali?

La sua età, inutile negarlo, avanza. Nonostante trapianti bitumosi di capelli (o "trapianti di capelli bitumosi", è uguale), lifting facciali che rendono il suo sorriso sempre più simile ad un ghigno, e battute da avanspettacolo (ma anche semplici frasi quali "ho studiato alla Sorbona") se non vetuste, usate sempre più spesso in momenti completamente fuori luogo, inizia inevitabilmente a configurarsi come uno di quei vegliardi criticoni e che "saprebbero loro come raddrizzare le cose".

Compatiamo quest uomo. E soprattutto, troviamogli qualcosa di stimolante da fare al posto del premierato. Che so, gestire di un bioparco, friggere patatine presso un McDonalds, collezionare francobolli, ...