Come ogni anno di questi tempi, quel poco di ispirazione che mi tiene insieme si eclissa.
(Quanto era prevedibile una battuta sul caldo? Troppo. Ecco perché non c'è.)
Questo non vuole essere - e di certo non sarà - uno di quei post tristi di come se ne vedono su blog gggiovani dallo sfondo nero, pieni di glitter e di foto fatte davanti allo specchio in pose che si ha il coraggio di fare solo in un ambiente chiuso - di solito in bagno - davanti allo specchio.
(Ehi, anche questo sito ha lo sfondo nero. Ma non ha i glitter e le foto quanto-sono-figo-allo-specchio. La verità è che sono allergico al glitter.)
Vorrebbe solo essere un punto più o meno fermo di un ragionamento: l'estate di solito, dal mio punto di vista, è stata sempre foriera di cambiamenti. Nel bene o nel male.
Ora. Normalmente non disprezzo la tranquilla routine delle cose, riconoscendola come un 'porto sicuro' cui far sempre ritorno ogni tanto quando si è in cerca di un centro di gravità (cit.). E, allo stesso tempo, cerco di adattarmi ai cambiamenti, prima o poi inevitabili. Ma, visti gli eventi personali apportati finora da questo nefasto 2010, devo ammetterlo: ho pressocché paura. Paura di cosa mi può aspettare al di là di questo 'limbo' di una 30ina abbondante di giorni, dove bene o male tutti* sembrano mettere le proprie vite 'in pausa' e dedicarsi ad altro, di solito "a ciò che non si fa normalmente nei rimanenti 335 giorni dell'anno". Per carità, è assolutamente sacrosanto, sarei ipocrita a biasimare ciò.
(* Tutti tranne il governo, per stessa ammissione del pres.del.cons. Ma questo, vista la situazione precaria di praticamente TUTTO, non mi fa sentire più tranquillo.)
La realtà, forse, è che non sono così bravo in questo 'mettersi in pausa'. Peggio che mai nel farlo 'consapevolmente', vivendolo cioè come una cosa da fare 'perché non si può fare altrimenti'.
(Grazie, ereditarietà genetica!)
La realtà, forse, è che ho paura che, diversamente da ciò cui mi 'preparo' di solito, possa effettivamente esserci un cambiamento in positivo.
E che, in quel momento, non riesca ad apprezzarlo.
Opinioni, idee, riflessioni, quisquilie, pinzellacchere, varie ed eventuali. Ampio parcheggio all'ingresso.
domenica 25 luglio 2010
mercoledì 30 giugno 2010
Il caldo.
Il caldo è vita. Il caldo è benessere. Il caldo è sentire la sensazione della propria pelle "respirare", nutrirsi dei raggi del sole. E' capire un pò cosa provano le piante. Il caldo è impiegare metà del tempo normalmente impiegato a vestirsi. Il caldo è ricevere una sensazione generale di benessere. Spesso immotivata.
Il caldo è apatia, che è parente antipatica della pigrizia. Il caldo è stordimento come dopo aver visto a ripetizione la Corazzata Potemkin per 48h di fila. Il caldo è sentire la classica goccia di sudore farsi strada tra la propria fronte aggrottata per quel "qualcosa di strano" percepito sopra le sopracciglia. Il caldo è essere incapaci di far qualcosa di troppo sensato tra le 15 e le 18, a meno di aria climatizzata. Il caldo è cercare l'angolino freddo del proprio letto, durante una notte di risvegli dovuti al troppo caldo.
Il caldo è apatia, che è parente antipatica della pigrizia. Il caldo è stordimento come dopo aver visto a ripetizione la Corazzata Potemkin per 48h di fila. Il caldo è sentire la classica goccia di sudore farsi strada tra la propria fronte aggrottata per quel "qualcosa di strano" percepito sopra le sopracciglia. Il caldo è essere incapaci di far qualcosa di troppo sensato tra le 15 e le 18, a meno di aria climatizzata. Il caldo è cercare l'angolino freddo del proprio letto, durante una notte di risvegli dovuti al troppo caldo.
giovedì 24 giugno 2010
Dobrý deň , Taliansko.
"Finisce l'era Lippi". Così i telecronisti della RAI hanno sentenziato alla fine dell'ultima partita disputata dalla nazionale italiana. E probabilmente non c'è un termine più appropriato.
Brevi note sulla partita: visto l'obiettivo passato da "arrivare più in avanti possibile" a "arrivare ad uscire con dignità contro l'Olanda agli ottavi", le aspettative erano basse. Tuttavia, si è rivelata molto furba - per gli Slovacchi - la tattica di scendere in campo solo nel 2° tempo, visti gli evidenti limiti atletici mostrati dalla nazionale nelle scorse partite, tali da far sembrare che al posto del Paraguay ci fosse l'Argentina.
Incomprensibile (e dettata da chissà quali ragionamenti) la scelta di tenere in panchina e far entrare solo in un secondo, tardivo, momento il blocco partenopeo Maggio-Quagliarella, tra i più in forma dei 23 convocati, che hanno fatto poi molto in campo, soprattutto quest'ultimo, gol a parte.
Il fatto più grave, poi, è che è lapalissiano come l'Italia non abbia una-idea-una di gioco che non sia "palla a Pirlo e speriamo". Vd. le dieci piccole differenze tra il primo e il secondo tempo, quando rispettivamente non c'era o c'era.
Su Cannavaro ho già detto tutto. Per chi cercasse altri insulti, si guardi il 1° o il 3° gol della Slovacchia. E no, quello che corre a millemila l'ora non è Messi, Cristiano Ronaldo o lo stesso Hamsik. E' Kopunek, un Carneade qualunque. Ma sufficiente per la (scarsa) difesa italiana.
A questo punto starà a Prandelli, uno che con giocatori giovani ha sempre fatto benissimo, formare un nuovo gruppo. Possibilmente con l'aiuto delle squadre della Serie A (vero, Inter?)
Brevi note sulla partita: visto l'obiettivo passato da "arrivare più in avanti possibile" a "arrivare ad uscire con dignità contro l'Olanda agli ottavi", le aspettative erano basse. Tuttavia, si è rivelata molto furba - per gli Slovacchi - la tattica di scendere in campo solo nel 2° tempo, visti gli evidenti limiti atletici mostrati dalla nazionale nelle scorse partite, tali da far sembrare che al posto del Paraguay ci fosse l'Argentina.
Incomprensibile (e dettata da chissà quali ragionamenti) la scelta di tenere in panchina e far entrare solo in un secondo, tardivo, momento il blocco partenopeo Maggio-Quagliarella, tra i più in forma dei 23 convocati, che hanno fatto poi molto in campo, soprattutto quest'ultimo, gol a parte.
Il fatto più grave, poi, è che è lapalissiano come l'Italia non abbia una-idea-una di gioco che non sia "palla a Pirlo e speriamo". Vd. le dieci piccole differenze tra il primo e il secondo tempo, quando rispettivamente non c'era o c'era.
Su Cannavaro ho già detto tutto. Per chi cercasse altri insulti, si guardi il 1° o il 3° gol della Slovacchia. E no, quello che corre a millemila l'ora non è Messi, Cristiano Ronaldo o lo stesso Hamsik. E' Kopunek, un Carneade qualunque. Ma sufficiente per la (scarsa) difesa italiana.
A questo punto starà a Prandelli, uno che con giocatori giovani ha sempre fatto benissimo, formare un nuovo gruppo. Possibilmente con l'aiuto delle squadre della Serie A (vero, Inter?)
martedì 22 giugno 2010
Lega, il calciomercato.
"Tanto la partita contro la Slovacchia la compreranno, vedrete che nel prossimo campionato ci saranno due o tre calciatori slovacchi nelle squadre italiane...". Umberto Bossi.
Mi chiedo cosa cerchi di nascondere la Lega con la sequela di dichiarazioni non-sense rilasciate durante la campagna d'Africa della nazionale (ricordiamo la precedente querelle del sempre vispo Calderoli, naturalmente con orsacchiotto Polentino al seguito).
O l'Italia è in una profondissima crisi economica, che ormai neppure Minzolini riesce a nascondere.
O i leghisti "duri e puri" (cioè quelli che ritengono Renzo Bossi un intellettuale) iniziano a capire che il federalismo dovrà essere rimandato un'altra volta a data da destinarsi, tant'è vero che si è delirato nuovamente di "secessione". Ma probabilmente lì c'entra l'acqua del Po.
Oppure più semplicemente è questa la tattica di Bossi, imparata dal premier, per appianare gli ultimi smarcamenti operati da Fini (sicuramente migliori di quelli mostrati dagli attaccanti italiani finora, va detto): rubargli la scena.
PS. Certo comunque che se la Lega ci tiene tanto a separarsi dall'Italia, potrebbe iniziare a rifiutare i rimborsi elettorali, o quantomeno il ricco stipendio da parlamentare proveniente da "Roma ladrona". Per dare un segnale, eh.
Mi chiedo cosa cerchi di nascondere la Lega con la sequela di dichiarazioni non-sense rilasciate durante la campagna d'Africa della nazionale (ricordiamo la precedente querelle del sempre vispo Calderoli, naturalmente con orsacchiotto Polentino al seguito).
O l'Italia è in una profondissima crisi economica, che ormai neppure Minzolini riesce a nascondere.
O i leghisti "duri e puri" (cioè quelli che ritengono Renzo Bossi un intellettuale) iniziano a capire che il federalismo dovrà essere rimandato un'altra volta a data da destinarsi, tant'è vero che si è delirato nuovamente di "secessione". Ma probabilmente lì c'entra l'acqua del Po.
Oppure più semplicemente è questa la tattica di Bossi, imparata dal premier, per appianare gli ultimi smarcamenti operati da Fini (sicuramente migliori di quelli mostrati dagli attaccanti italiani finora, va detto): rubargli la scena.
PS. Certo comunque che se la Lega ci tiene tanto a separarsi dall'Italia, potrebbe iniziare a rifiutare i rimborsi elettorali, o quantomeno il ricco stipendio da parlamentare proveniente da "Roma ladrona". Per dare un segnale, eh.
domenica 20 giugno 2010
I kiwi? Indigesti.
Dopo la mirabolante prestazione contro il Paraguay, che avendo battuto la Slovacchia per la stampa italiana è diventato di diritto "forte" (giustificando così la magra figura della scorsa partita), l'Italia ha da poco disputato una partita contro la Nuova Zelanda.
Anzitutto, non si sa bene partita di cosa: gli italiani abbozzavano qualcosa di calcio, nello specifico il famoso modulo "palla lunga e spera", altresì noto come "pane e salame", che tanto bene ha portato alla carriera di Mondonico; i neozelandesi invece erano più convinti di giocare a rugby: uso continuo di gomiti e contrasti non proprio calcistici (il saggio Andrea ha riscontrato anche alcune mosse di Wing Tsun), nonché tattiche ispirate proprio a quello sport.
L'Italia dicevo, ha abbozzato qualcosa di calcistico. Non si sa bene cosa, in quanto il pareggio è giunto solo su un (sacrosanto) calcio di rigore, e il resto della partita è stato solo possesso palla, tiri da lontano, e gol mancati talvolta per (incredibile) bravura del portiere neozelandese. Diciamo che le speranze di uscire quantomeno con dignità (diciamo almeno dai quarti in poi hanno subito un ridimensionamento: ora andrà bene se l'Italia uscirà agli ottavi contro l'Olanda.
Sia chiaro, Lippi non è di colpo diventato un incapace, altrimenti avremmo ciccato anche quattro anni fa, ma certo alcune sue scelte fanno discutere:
Spero naturalmente che l'Italia (ci) sorprenda, e faccia sempre partite incredibili a cominciare dalla prossima contro la Slovacchia. Ma i fatti finora sono questi. E dicono tutt'altro.
Anzitutto, non si sa bene partita di cosa: gli italiani abbozzavano qualcosa di calcio, nello specifico il famoso modulo "palla lunga e spera", altresì noto come "pane e salame", che tanto bene ha portato alla carriera di Mondonico; i neozelandesi invece erano più convinti di giocare a rugby: uso continuo di gomiti e contrasti non proprio calcistici (il saggio Andrea ha riscontrato anche alcune mosse di Wing Tsun), nonché tattiche ispirate proprio a quello sport.
L'Italia dicevo, ha abbozzato qualcosa di calcistico. Non si sa bene cosa, in quanto il pareggio è giunto solo su un (sacrosanto) calcio di rigore, e il resto della partita è stato solo possesso palla, tiri da lontano, e gol mancati talvolta per (incredibile) bravura del portiere neozelandese. Diciamo che le speranze di uscire quantomeno con dignità (diciamo almeno dai quarti in poi hanno subito un ridimensionamento: ora andrà bene se l'Italia uscirà agli ottavi contro l'Olanda.
Sia chiaro, Lippi non è di colpo diventato un incapace, altrimenti avremmo ciccato anche quattro anni fa, ma certo alcune sue scelte fanno discutere:
- Cannavaro F. (indovinate di chi è la colpa del gol dei kiwi?) è sempre più palesemente ritirato (leggi: "Pronto per gli Emirati Arabi") a sua insaputa, segno distintivo che non c'è solo Scajola cui sfuggono cose piuttosto importanti ed elementari cui prestare attenzione (vien quasi da rimpiangere il fratello Cannavaro P., che non è che sia una cima qualitativamente);
- Marchisio si vede che non può essere il nuovo Pirlo, ma può attribuirsi al più una leggera variante della suddetta definizione;
- a parte Camoranesi, che è sempre impegnato nel suo sport di far cacciare all'arbitro un cartellino nei suoi confronti il più rapidamente possibile, non abbiamo i cosiddetti "giocolieri", cioè coloro i quali saltano l'uomo e si involano sulla fascia (a parte forse Pepe);
- in attacco Gilardino è praticamente in bermuda (cit.), Iaquinta chiaramente non è un uomo d'area da 15-20 gol, Di Natale corre e si indiavola ma non concretizza.
Spero naturalmente che l'Italia (ci) sorprenda, e faccia sempre partite incredibili a cominciare dalla prossima contro la Slovacchia. Ma i fatti finora sono questi. E dicono tutt'altro.
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