Forse perché non si ha nulla di urgente da fare - men che meno si ha la volontà di far qualcosa, in quei momenti la mente pondera cosa fare tra innumerevoli possibilità, e, intuitivamente, ripercorre all'indietro le ultime esperienze, alla ricerca dell'ispirazione, o, quantomeno, di una scadenza.
E' in questo momento che, più o meno inconsciamente - forse figlio di
una volontà recondita di rassicurazioni o meno, la mente tiene un
bilancio man mano che le ultime vicissitudini passano in rassegna:
"Quella frase me la potevo risparmiare", "Ho fatto bene a lasciare
quell'ultimo dolcetto", "Dovevo comprare quel libro in vetrina appena
l'avevo notato l'altra volta".
Tutte frasi di per sé innocue, ma che, man mano che vengono riascoltate e annotate, peseranno sul proprio io in un bilancio insoddisfacente, anche se positivo.
Tutte frasi di per sé innocue, ma che, man mano che vengono riascoltate e annotate, peseranno sul proprio io in un bilancio insoddisfacente, anche se positivo.
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