domenica 13 luglio 2008

Curiosità...

Sei multe per eccesso di velocità. E l'automobilista sfascia l'autovelox.

Esasperato per aver ricevuto sei multe per eccesso di velocità in poche settimane, sfascia con una spranga di ferro l'autovelox che lo ha colto in flagrante. Poi però si pente e si costituisce. Protagonista della vicenda è un automobilista di 42 anni, M.S., di origine catanese ma residente ad Anzola Emilia, in provincia di Bologna. Ora dovrà rispondere del reato di danneggiamento aggravato. [...]

Mi sembra ineccepibile. Perchè scomodarsi ad alzare un pò il piedino dal pedale dell'acceleratore? E' più divertente sfasciare l'autovelox che solertemente, e senza mai rilassarsi, segnala che vai così veloce che le tue ruote si sono staccate dall'asfalto.

[...] La "vendetta" dell'automobilista, tra l'altro, non sarebbe un caso isolato. A confermarlo è l'assessore provinciale alla Mobilità Graziano Prantoni, ricordando che ci sono stati cinque o sei episodi simili in nove mesi, da quando, cioè, sono state installato le prime macchinette. Gli automobilisti scaricano le loro ire anche sui pannelli luminosi che segnalano la velocità, scambiandoli per autovelox.

Non è che in realtà gli episodi vandalistici sono dovuti alla paura per queste scatolette luminose lungo l'autostrada comparse all'improvviso? Magari gli ignari automobilisti pensavano si trattasse di un UFO.

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GB, la rivolta delle maggiorate: "No alla tassa sui reggiseni large".
Polemica su Internet e lettere di protesta contro Marks &Spencer che ha messo un sovrapprezzo sulle taglie grandi: "Richiedono più tecnologia".

La catena di negozi Marks & Spencer ha messo un sovrapprezzo sui reggiseni di taglia grande. Due sterline in più, circa tre euro, per i modelli in versione "large". Non una cifra da capogiro, ma una somma dal valore simbolico. Una "tassa sulle tette", l'hanno ribattezzata. E hanno scatenato una protesta: una raffica di lettere e reclami all'azienda e, come al solito nell'era della Rete, anche un picchetto "virtuale" che si raggruppa intorno a una pagina di Facebook, che in pochi giorni ha raggiunto quota 700 membri. A scatenare la polemica è stata una venticinquenne di Brighton, Beckie Williams, che ha creato "Busts 4 justice", movimento di protesta che accusa Marks & Spencer, M&S, di violare il "principio di uguaglianza, che dovrebbe essere applicato alla biancheria intima, così come succede con i vestiti". Pantaloni e magliette hanno lo stesso prezzo a prescindere dalla grandezza, si legge sulla homepage del gruppo, dove campeggia la foto della curvilinea Lynda Carter, che ha interpretato Wonder Woman. Ecco perché le portatrici di taglie grandi si sentono discriminate.

Propongo una contromossa, alla catena Marks&Spencer: per abbassare gli "elevati" costi di produzione che richiede questo affascinante esempio di tecnologia, mettere sul reggiseno degli sponsor, tipo le MotoGP o le Formula1. Ovviamente, condicio sine qua non è che il pezzo di tecnologia venga indossato poi senza nulla che lo copra sopra di esso. Strano che non ci abbiano ancora pensato.

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